Aiguille de l’Index – Chamonix. Avevo una voglia matta di sperimentarmi su una cresta andando da prima.
Il grado di difficoltà della salita in sé non era elevato, ma questo ambiente alpinistico per me abbastanza nuovo (si è molto esposti, alcuni passaggi sono particolarmente aerei, ci sono parecchi traversi ecc.) e la sfida di voler aprire tutti i tiri io, erano perfetti per una “prima cresta tutta da prima”.
L’anno scorso, a settembre, ho fatto per la prima volta una cresta sulla catena del Bianco: stile portata su.
Mi piace però dire portata su con testa, ovvero mentre salivo studiavo come si deve muovere una cordata su una cresta, quanta corda bisogna tenere tra le due persone in base ai passaggi, quali sono le diverse modalità di proteggere sfruttando gli spuntoni ecc., insomma una cosa un po’ nuova per certi aspetti. L’ambiente e il tipo di arrampicata, selvaggio, mi sono piaciuti fin da subito e sentivo forte il richiamo a farne ancora. L’Aiguille d’Entreves ha fatto proprio scattare la scintilla dentro di me!
Due giorni dopo allora, ho chiesto a Javi consigli su una cresta che avrei potuto fare con la Lucia, io e lei da sole.
Mi sentivo sicura, carica e con tanta voglia di mettermi in gioco anche su una cresta da prima! Lui ci aveva consigliato l’Aiguille de l’Index in Francia. Sì, avevo proprio il desiderio di farla con Lucia, peccato però che non trovavamo il giorno per farla insieme. Ero un po’ demoralizzata (avete presente quella sensazione di essere esplosivi dentro, di avere un progetto su cui sperimentarsi, misurarsi e non poterlo realizzare?), al che una mattina mi sono alzata e ho detto:
“Javi domani ti porto io a fare una cresta!!!! IO! Tu fai un cliente imbambolato che non capisce niente, ok?”
Javi: “Sì ci sto! Ce la puoi fare! Ma lo sai che una guida prepara lei il materiale per il giorno dopo anche per il cliente? Avanti …….. buon lavoro a te e buona notte a me!!!!”
Io: “Si ma ufffff!” – silenzio –
Ok cliente!!! La sera mi sono studiata bene la relazione, parcheggio, funivia, orari, tempi della via, avvicinamento, attacco; ho preparato il materiale, friends, cordini, rinvii, corde ecc. (Ho dimenticato la macchina fotografica, cavoli! Solo pochi scatti con un cellulare sfigato…)
Arriva l’alba, si parte, che belloooooo!
Qualche difficoltà a trovare l’attacco (ma questo è abbastanza classico) anche perché le nuvole basse ci perseguitavano a tratti e poi su! Il primo tiro, un 5+ era spittato e subito dopo invece è arrivato l’ambiente alpinistico con solo qualche raro spit qua e là, uno o due chiodi vecchi. Wow!!!
Andavo avanti super carica, studiavo bene la roccia, mi gustavo ogni passo verso l’alto!!!
La soddisfazione era immensa, avevo determinazione, resistenza e testa, ma soprattutto avevo un grande obiettivo: voglio farla tutta io!
Alle soste chiedevo: “Javi ma i friends li ho messi bene? Ho protetto bene con gli spuntoni?”
Javi: “Siiiii, benissssimo, mi sentivo tranquilliiiiiissssimo a salire!!” con il suo caratteristico tono ironico per prendermi in giro.
Alla quarta sosta lo vedo arrivare stremato, verde e giallo in faccia, già prima mi aveva detto che si sentiva poco bene. Alla quinta sosta arriva, si assicura e vomita appeso via: “Aaaaah, adesso mi sento un po’ meglio!”
Io: “Ma faccio così schifo ad aprire una via? Potevi dirmelo prima che faccio vomitare!! Ahahahahahah!”
Javi: “Non volevo dirtelo, magari saresti migliorata! E invece no…”, scherzando. Una battuta dietro l’altra!!
Ciò però non toglieva il fatto che Javier non fosse in piena forma e il senso di responsabilità cresceva dentro di me.
Arrivati in cima, la relazione dava varie alternative per la discesa in corda doppia e noi dovevamo scendere in un punto preciso. Ed ecco il dilemma: l’orientamento!!!! “Cercare l’anello della sosta scendendo un po’ direzione nord-ovest” – “Dov’è il nord-ovest???? A grandi linee lo so, ma non bastano le grandi linee”. Ci mancava anche questa! Ahahah!
Javi non poteva aiutarmi perché mi stava facendo sicura e non ci si sentiva. Insomma alla fine l’ho trovato e giù! Arrivati in tempo per prendere l’ultima funivia e godersi una birra io e una tisana calda lui.
Avventura alpinistica totale!! È stata una salita stupenda, piena di risate, battute, passi in avanti, sicurezze conquistate, friends piantati da me, scelte, linee nuove (e orientamento …… da migliorare)!
Alla prossima, con entusiasmo!
Francesca